Si abbracciano le cornacchie
nel giorno di festa
ruzzolano in piazze vuote
che sbianca il coprifuoco
e attendono gaie l’ora dei doni
la canzone povera, digiuna.
C’è un alfabeto di misericordia
che non conosciamo. Incontri.
Sulla cornice del balcone due
sassi fanno più eco, scuotono
le macerie della città pigra
intristita da feste senza fine.
La formica semina rugiada: nutre
il fiore cresciuto sul catrame.